Uomini che odiano le donne
Fabio Dolores Salvatore Mussari
titolo originale: Män som hatar kvinnor
di Niels Arden Oplev, con Peter Haber, Noomi Rapace, Michael Nyqvist, David Dencik - Svezia - 2009 - 152’
Premettiamo che non abbiamo letto l'omonimo libro thriller di S. Larsson - primo episodio della trilogia Millenium - da cui il film è tratto, pertanto il giudizio sul film si baserà solamente su quanto visto (sebbene la storia, il "caso" da risolvere e la sua risoluzione ci sembrino molto meno intricati, avvincenti e necessari di spirito investigativo di un qualsiasi romanzo di Deaver o Cornwell e pertanto che il successo del primo volume - almeno dal punto di vista investigativo - sia un po' esagerato). La storia: il miliardario H. Vagner a 40 anni dalla scomparsa della nipote Harriet durante una reunion familiare, assolda il giornalista M. Blomkvist per provare l'ultima carta per la risoluzione dell'enigma che lo perseguita da quel giorno di 40 anni fa. Al giornalista, durante le indagini, si unirà l'hacker Lisbeth Salander la quale, fattivamente, darà le intuizioni giuste al giornalista per risolvere il caso. Il film, ambientato sulle coste del mar Baltico, in una Svezia abbastanza triste, viene tenuto in vita più che dalle genialate dell'investigatore e dalle scoperte inaspettate, dalla violenza e dai tratti cupi ed oscuri della storia. Infatti la chiave del film - e sospettiamo anche del libro - è la morbosità con cui l'odio verso le donne viene manifestato da uomini di varia estrazione sociale, ma sempre attraverso la schiavitù sessuale: le donne, in questo film - anche la protagonista - sono vezzeggiate e violentate sistematicamente e, quando non lo sono, hanno comunque maturato un rapporto con la sessualità totalmente distorto. Dal punto di vista cinematografico, anche la regia sembra abbastanza mediocre, senza spunti di particolare rilievo. Si sconsiglia, pertanto, la visione di questo film. (Fabio Dolores)
La trasposizione cinematografica del primo capitolo della saga Millennum di Steg Larson, come è già avvenuto per altri illustri predecessori (Dan Brown e il suo codice) non solo conferma le perplessità di un misterioso successo editoriale ma, per dirla con parole spicciole, è una vera porcheria. Dietro ad una modesta trama poliziesca, uomini falliti si comportano da sadici o maniaci sessuali (con tanto di scene ad alto contenuto erotico) nei confronti di donne poco aggraziate, violente, deliranti e anche lesbiche... E la seconda parte (La donna che giocava con il fuoco) è ancora peggio e non meritevole di alcuna recensione. In tanti aspettano spasmodicamente l'uscita dell'ultimo episodio, ma la sensazione è che in Svezia il cinema si sia fermato a Bergman. (Salvatore Mussari)

violenza *** tensione ** umorismo - dialoghi volgari ** nudità/sesso esplicito *** comportamamenti diseducativi ** possibilità discussione - età consigliata 18 VOTO 4 VOTO 5
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