Il settimo sigillo

titolo originale: Det sjunde inseglet

di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Bengt Ekerot, Bibi Andersson - drammatico - Svezia - 1957 - 96'

XIV secolo. Il cavaliere Antonius Block, di ritorno dalle Crociate senza fede, trova un’Europa sconvolta dalla peste e dove il fanatismo ha preso il posto della religione. Sul suo cammino incontra però la Morte, con cui si gioca a scacchi la vita. Una partita a scacchi che in realtà è molto di più: durante questa, infatti, Antonius, perennemente in compagnia del fido scudiero Jons, troverà il tempo di meditare sulla vita e soprattutto di fare del bene. Forse il capolavoro assoluto di Bergman, che in questo film rende manifesta la sua paura della morte e della vita dopo di essa, “Il settimo sigillo” è un film geniale, girato con pochissimi mezzi, e che fa riflettere. Il tema principale è il “silenzio di Dio” (“Ma perché, perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi? Per quale ragione si nasconde tra mille e mille promesse, e preghiere sussurrate, e incomprensibili miracoli? Perché io dovrei avere fede nella fede degli altri?”). Un film anche storico, dato che nel 1349 un’epidemia di peste uccise all’incirca un terzo della popolazione svedese, in cui si uniscono, in un mix perfetto, le paure dell’uomo di fronte all’ignoto e la cupezza dell’epoca medievale che esalta quegli stessi timori. I dialoghi sono di una ricchezza impressionante e mai banali e il cast supera ogni aspettativa. La ciliegina sulla torta è la celeberrima scena finale, girata fra l’altro senza possibilità di essere ripetuta, causa il meraviglioso tramonto “nuvoloso” che Bergman aspettava da giorni. Un capolavoro, ma per palati fini, essendo anche di difficile comprensione. (Alessandro Palazzo)


violenza * tensione ** umorismo ** dialoghi volgari - nudità/sesso esplicito - comportamenti diseducativi * possibilità discussione **** età consigliata 16 VOTO 8,5 VOTO 8.5